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Fachverlag und Nachrichtenagentur

Manifestazioni oculari di COVID-1

UVEITIS Auckland – Stanno crescendo le conoscenze relative all’associazione tra COVID-19 e malattie oculari di varia gravità e durata. Hannah W. Ng et al. del Dipartimento di Oftalmologia presso il Centro Nazionale Oculistico della Nuova Zelanda dell’Università di Auckland, Nuova Zelanda, hanno esaminato in modo esauriente la letteratura relativa alle manifestazioni oftalmologiche associate a COVID-19 e hanno indagato lo stato attuale delle conoscenze, i meccanismi d’azione sospetti, le comorbilità associate e i fattori di rischio, il tempo trascorso dall’infezione iniziale alla diagnosi e i segnali di allarme clinici. Sono arrivati ai seguenti risultati: la letteratura attuale include principalmente casi clinici e serie di casi, a cui mancano inevitabilmente i gruppi di controllo e l’evidenza della causalità. Tuttavia, i primi dati hanno portato allo sviluppo di studi di laboratorio e di popolazione più ampi che sono attualmente in corso. Man mano che saranno disponibili nuovi dati, sarà possibile valutare meglio il reale impatto sugli occhi di COVID-19. Sebbene nel maggio 2023 la pandemia di COVID-19 non venga più dichiarata ufficialmente «emergenza sanitaria globale» dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il numero totale di casi continua ad aumentare. Si prevede che le nuove infezioni dovute a diverse varianti produrranno un carico cumulativo di malattia crescente, in particolare attraverso l’aumento dell’incidenza di malattie secondarie croniche multiorgano con effetti oculari potenzialmente significativi. Si ritiene che le manifestazioni oculari di COVID-19 derivino da tre meccanismi principali: innanzitutto, esiste una disregolazione della risposta immunitaria all’infezione iniziale associata a malattia infiammatoria oculare; in secondo luogo, i pazienti con COVID-19 sono soggetti a uno stato di ipercoagulabilità con conseguenti eventi protrombotici; in terzo luogo, i pazienti con COVID-19 grave che richiedono il ricovero e sono immunocompromessi a causa della somministrazione di corticosteroidi o di comorbilità come il diabete mellito corrono un rischio maggiore di infezioni secondarie, tra cui endoftalmite e mucormicosi rino-orbitale. Le associazioni oftalmologiche segnalate con COVID-19 includono quindi una serie di malattie come congiuntivite, sclerite, uveite, endoftalmite endogena, rigetto del trapianto di cornea, occlusioni di arterie e vene retiniche, neuropatia ottica ischemica non arteritica, glaucoma e sequele neurologiche e orbitali. Dato che, a causa dell’infettività di COVID-19, è necessario considerare anche visite di telemedicina, è essenziale comprendere lo spettro delle malattie oculari che possono verificarsi durante o dopo l’infezione. Questo è l’unico modo per garantire un triage adeguato dei pazienti e consentire esami oculistici personali immediati per trattare malattie potenzialmente pericolose per la vista e la vita, scrivono gli autori nella pre-pubblicazione elettronica di giugno 2024 sulla rivista specializzata PROGRESS IN RETINAL AND EYE RESEARCH.

Autori: Ng HW, Scott DAR, Danesh-Meyer HV, Smith JR, McGhee CN, Niederer RL. Corrispondenza: Rachael L. Niederer, Department of Ophthalmology, New Zealand National Eye Centre, Faculty of Medical and Health Sciences, The University of Auckland, Auckland, Nuova Zelanda. E-mail: eye-health@outlook.com Studio: Ocular manifestations of COVID-19. Fonte: Prog Retin Eye Res. 2024 Jun 24;102:101285. doi: 10.1016/j.preteyeres.2024.101285. Pubblicazione online precedente alla stampa. PMID: 38925508. Web: https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1350946224000508